Chi era Uta di Naumburg?

Posted By on Mag 9, 2017


Siamo a Naumburg, nella Cattedrale.  La luce penetra dalle vetrate e illumina sei coppie di magnifiche statue. Una tra tutte mi affascina: è la statua di Uta, incantevole.

Uta degli Askani di Ballenstedt fu una nobildonna vissuta nella prima metà dell’XI secolo, moglie di Ekkehard II di Meissen. Circa due secoli dopo, il “Maestro di Naumburg” realizzò le statue-ritratto dei benefattori della cattedrale, che furono collocate nel coro della chiesa dove possono essere ammirate anche oggi. La nobildonna Uta si stringe nel suo mantello con un atteggiamento sicuramente opposto a quello del marito, che invece mostra con orgoglio lo spadone e lo scudo. Inoltre, Uta non ci guarda ed è proprio questo che la rende affascinante: Uta guarda lontano con distacco e non si cura di noi spettatori. La sua bellezza è però sconvolgente e non a caso Umberto Eco avrebbe avuto voglia di invitarla a cena.

Il suo bel sembiante ha avuto una grande fortuna nel corso dei secoli: Uta era presente sui francobolli della Repubblica Federale di Germania, è stata oggetto di un dramma teatrale di Felix Dhünen (1934) e nello stesso anno la nobildonna era più viva che mai.

Nel 1934,  infatti, Walt Disney decise di realizzare il primo lungometraggio d’animazione della storia del cinema, Biancaneve, fiaba resa famosa dai fratelli Grimm.

Per Biancaneve, i disegnatori si ispirarono a Betty Boop, ma rimaneva arduo delineare il profilo della regina, che ogni invocava “lo specchio delle (sue) brame”. Fu così che uno dei disegnatori, Wolfgang Reitherman, consigliò a Disney di recarsi nella cattedrale della città di Naumburg. Disney rimase meravigliato dalla potenza espressiva del volto di Uta e decise di dare vita alla nota Grimilde. La regina però non poteva assomigliare in tutto e per tutto alla nobildonna Uta; il suo volto era troppo delicato per poter diventare la perfida regina di Biancaneve.

Ecco che i disegnatori le corressero la linea delle sopracciglia e delle labbra ispirandosi all’attrice americana Joan Crawford.  Nel 1937  intardaetavedeva così la luce Biancanevereginauta e i sette nani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


“Tra tutte le donne della storia dell’arte, quella con cui andrei a cena è Uta di Naumburg”

Vito Portagnuolo